"Demetra dall'alto s'inchina
sua la terra che sfuma nell'acqua
d'onda la spuma rimossa rivolta
s'infrange e trasforma la sabbia.
Millenarie maree il parlar
passate di orme e d'impronte
spettacoli di cieli guardanti
trascorrer di ere e millenni.
Cammino alzando di gocce il mare
si chiudono dietro al comando
le onde dal vecchio canuto il tempo
mangiano, spolpano, scavano.
Rinascono nuova carezza di madre
infinita visione soddisfa
s'infrange nel fluido deserto mai domo
vele rigonfie che solcan decise.
Avanzando con forza i marosi
sfidan il Nettuno regale padrone
tridente pronto in agguato allo scontro
avvisi striduli di bianchi alati.
Mi desto dal sogno dolce ovattato
come d'Ulisse si tarlo pensiero
voglioso d'edera il bramato rientro
invisibile ormai l'andata percorso
certo e sicuro alla vista il ritorno.