Sognai lontano dal mio rincorrere,
navigatori fenici,
solcare il mare della solitudine,
alla ricerca di un lido amico.
Con abili mani lavorarono
alle sartìe per evitare un naufragio d'amore.
Sognai te, con il ventre squarciato
da rudimentali pugnali di ossidiana,
a toglierti il figlio che non volevi.
Oltre un tempo inutile,
schiere d'Achei a difender la nuova Ilio
dalle cento porte.
Sognai di morire e rivivere,
di evolvermi in nuove forme,
con solitudinie e metamorfosi
del mio essere sconosciuto!