Su di una nota inspiegabilmente sublime, leggermente,
lascio scivolare via reminescenze confuse
del tuo profumo;
ma lo sento, ancora e ancora, nelle chiare notti d'agosto e
se tu guardassi il cielo, noteresti che la luna è
piena.
Che sia piena di noi?
Ma noi non esistiamo più
o forse non siamo esistiti mai.
E ciò che dicevi: “è un sogno, troppo bello per essere vero”,
probabilmente altro non era che
un’illusione.
Illusione di costellazioni luminose, fuggi da me, scappa, corri, ti prego!
Mi indicasti le stelle e i loro nomi, ora il blu della notte è
il mio lago grigio di lacrime.
C’è una vita fuori di qua e io non la vivo più.
Tutto si è offuscato e l’unica immagine che rimane,
là nella volta del cielo, incastonata e
dolorosa, è
l’immagine di lui.