Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
il cielo era tinto di rosso
il mare sparì dietro il vento
e le strade incutevano tempesta.
Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
gli uccelli erano già migrati
gli alberi avevano cambiato colore
e l'aria era pregna di rancori.
Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
alcuni guardarono le sue mani
altri sperarono di vedere ferro
e nessuno ricordava.
Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
il sangue di vittime storiche sparì
il lutto di assassinati liberi ribollì
e i colori avevano un senso.
Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
il pane che ci avevano dato era ormai ammuffito
il silenzio imposto era dilagato nei commenti di tutti
e lui varcò quella soglia tra i loro applausi.
Il giorno in cui l'anarchico Cappè andò a votare
non vide la pioggia fuori dal seggio
non seppe di noi con la faccia bagnata dall'amarezza
e non vide neanche il giorno dopo.