Incastonate in iridi
Evanescenti
scivolano inesorabili
aspre gocce
di memoria...
La parola, il silenzio,
la rabbia, l'orrore,
attonite osservano,
silenti,
l'inesplicabile destino
dell'uomo, della sua vita...
Sangue richiama altro sangue,
grida altre grida,
in un vortice incessante
di odio e pietà,
attesa e terrore,
angoscia e speranza...
E tu, qui, sola
misera Poesia,
umile parola,
che aspetti ancora?
Vorresti gridare,
ma t' han rubato la lingua;
vorresti rialzarti,
ma t' han preso le gambe;
vorresti consolare,
ma t' han spezzato il cuore...
E mentre resti qui,
muta e immobile, giunge improvvisa
una brezza,
un soffio di speranza;
puoi ancora gridare,
rialzarti, consolare...
Fallo ora e poi ancora,
e ancora
sino a che non avrai più
nè voce nè forza
e soggiogata avrai così
l'infinita barbarie umana.