Ti ricordi
il rumore del ghiaccio rotto dalle nostre suole
mentre i ghiaccioli pendenti dai cornicioni
piangevano la loro scomparsa ai primi raggi del sole
che rinfrancavano arruffati piccioni.
Ti ricordi
L’amata montagna che a sera si tingeva di rosa
per ricordarci che era ora di tornare a casa
e appagati dalla giornata di gioco
ci sedevamo felici intorno ad un fuoco
Ora recuperiamo le nostre stanche ossa
dal solco di magra terra rossa
mentre i pensieri fuggono lontano
dalla mente che li insegue invano
E si sta come inermi isole
aggredite dal vento di maestrale
come panni rinsecchiti al sole
in attesa di un destino meno crudele
È sera
ma presto tornerà la primavera