Voi che vegliate ne la notte bruna,
stelle del ciel, su mondi sconosciuti,
siccome occhi che brillano muti,
solendo riguardar cosa ciascuna,
dite se in seno a la graziosa luna,
fra mille beni che lì son perduti,
i dolci sogni miei giaccion caduti,
o s’altro astro lucente li raguna.
Sepolti già rei di gloriosi inganni
e di speranza nutrimento al cuore,
quando meco vivean chiari e splendenti;
oggi mutati in quotidiani affanni,
o ver volati via senza rumore,
i dolci sogni miei degli anni venti!