Avresti dovuto uccidermi
-tutte le volte-
che quel treno
mi trascinava
in trappola
in gabbia
Invece hai dato cibo
fino a scoppiare
a chi nemmeno comprendeva
d'avere stomaco
vuoto e poderoso
Incomincio ora
ora soltanto
a comportare
la parte lenta della mia caduta
-quella della memoria del piede
che ha abbandoonato la prima pietra
-quella del buio dopo lo schianto
con la seconda
da toccare
Avresti dovuto uccidermi
invece mi hai condannata a vivere
morta di fame di te
e del tuo
nome...