Pioggia e vento
lacrime e tormento
come fiume in piena
scendendo dai monti
che gli argini rompeva.
Portavan via i ponti
era più d’un temporale
era diluvio universale.
Uno schermo Schumaker proiettava
come proiettile lanciato vinceva,
e vinceva, chissà dove
io guardavo, non vedevo.
La tua mano stringevo.
Sempre più fredda
sempre più sudata
quella lunghissima notte invano
i minuti e la pena scandivano
mentre intorno guardavo
e che finisse tutto speravo
ma quando l’alba arrivò
più non ti trovò
la tua anima con sé il vento
portò via, e il mio tormento
allora capii d’ aver amato
una donna, una soltanto
amore d’un tratto spezzato
cos’è il bene vero avevo capito
ad amare avevo imparato.
Tremavo, come fuscello su mare in burrasca
la vita tra i denti, l’anima in tasca.