Occhi chiusi a poi aperti,
i confetti di ieri,
nel cuscino c'è ancora
il tuo segno;
il bianco della notte,
la furia del vento
sulle persiane,
non si intacca lo splendore
dell'ultimo incontro.
Tra i capelli c'è il riso.
Mani distese
come mappe segrete,
sulla scia dell'acqua che riga
i vetri.
I fiori nei vasi, i passi
sentiti, nella casa
ancora un'ombra dorme.
Silente il fumo
che si alza dalle foglie.
Macchia il quadrato di
cielo, si riflette sul tuo
zigomo un tremito
di pianto bello.
Tutto il tempo del mondo,
per sognare il giorno.
Cresciuto nell'attesa paziente
e nell'odore di arance.
Sul tavolo una corona di stoffa
e perline. La mia giacca che pende
sorniona sulla spalliera.
Il letto di ferro battuto sembra
un altare antico, disfatto.
Sorseggiamo il mattino,
cercando nel fondo
degli occhi ansiosi
la promessa che dura.
Proprio come farebbero due sposi.