Queste albe fragili sussurrano
la fine di sogni incerti
fatti d’anime sfiorate.
Come brina sulla foglia
arsa al vento mattutino
stinge la notturna nebbia
degli amori acerbi.
Che strano turbine dei sensi
sentirsi avvolti da quella nube
di amore solitario
mai corrisposto:
basso ostinato
e puledro accecato
su cui si ammassano al galoppo
disarmonie di giorni ignoti.
Senza saperlo mi sollevavi
dal mio dolore: tu
del passo docile di ninfa
di puro istinto
sulla mia strada lasciavi
odore di antico mirto…
Era impossibile ma io
sorvolavo slegato il mondo
con te
fuori dal tempo lineare
ma progressivo
passione in ciclo eterno e instabile ritorno.