Mi scuote dal torpore
l’allegro scampanio
del mezzodì , nunzio.
Tedio e solitudine,
in questo giorno,
incollato come mia seconda
pelle
è oggi il dolore fisico.
Il nulla mi pervade,
gioca tra foglie
ingialliate, l’armonia,
spento il sorriso
su labbra incolori.
Volgo gli occhi tristi
al cielo,
fili esili di cirri bianchi,
disegnano l’azzurro.
Appaiono aquiloni,
ali bianche d’angeli
e colombe in volo.
Segni pittati da mano divina,
rinfrancano l’animo mio stanco,
infondendomi l’agognata pace.
Riprende colore
il sorriso,
nuova forza sprigiono.
Avevo dimenticato,
nel dolore,
quel lembo di cielo
azzurro che è in me.