È di nuovo partenza
su questa ruota
panoramica
di nuovo in alto
lenti
per poi scendere
come neve
Risalire ancora
in un delirio
di preziosi
aprirne il forziere
e guardare una fortuna
Che mai potrà esser spesa
mai goduta
mai guardata più del tempo
occorso
a tenerla
tra le mani
E scoprirla
nuda al calore solare
per un attimo
fissarla nella mente
e l’orecchio abituare al suo
silenzio
ammettere l’impossibile
nel rifiutarla
o donarla
o riconsegnarla
a se stessa…
È tua
la creatura che respira dalla mia
bocca
che dal mio ventre
sente
il tuo
calore
Fermi guardiamo la terra…
Ora lo stallo
non ammette
distrazioni
ma soffrendo
nel bruciare
si gode
la propria morte
nella rinuncia
al dono
e nel suo viverlo
a metà