Monotona notte
cadenzata
nella marcia dei soldatini
di piombo, ritmata
da ore mute,
senza danza,
sul quadrante sferico
di un tempo indefinito.
Abbandono il corpo
sul letto d'ombra,
fluttua etereo
il mio fantasma,
tormentato nel dubbio
amletico,
del sono e non sono.
Senza te,
che sei la mia
fonte di bene,
sono un pensiero inespresso
su un foglio bianco,
uno scoglio eroso
da onda solitaria,
un ramo di barca
che dondola alla luna.
Nell'alba che impallidisce
ad oriente,
dal cesto della follia
d'amore di Ofelia,
raccolgo fiori, sogni
di luce, di speranza,
per non vivere
quel sonnambulismo
che è la vita,
priva di te.