Sopite
sin dal primo tremore
mute
ascoltano pazienti
muoversi e rumereggiare
mondi alieni
lontani e circostanti
Sognano forse
senza immaginare
senza un contrario
senza elementari
congiunzioni
senza cromatiche
alchimie
Risaliranno radici e cortecce
assaporando l'aria
violenta e abbagliante
per denudarsi poi
in spietata metamorfosi
per seppellire
il loro futuro
e volteggiare attimi d'eterno
e anonime spegnersi
al ciclo assunto
Ma non prima
d'aver contribuito
col dolore e la vendetta
del canto
a rompere equilibri del silenzio
conversando ad una
ad una
con le stelle
fino a riempire zeppo
della notte
il ventre