Vorrei farti pane per la mia bocca affamata
caldo
fragrante
profumato di spighe e di sole
vorrei farti vino per la mia gola assetata
barbaresco di more e lamponi
corposo
liquido
carminio
vorrei farti occhio sulla mia pelle
malizioso
avido
di giada e corallo
di sguardo bruciante
vorrei farti carne per il mio corpo
il ventre teso
in offerta
appartenenza silenziosa
suadente
ferina
vorrei farti parola per i miei sensi
consistente
fluido
leggero
di piuma.
Ma dondola la mia penna su di te
creatura del crepuscolo
e ti vedo solo su specchi riflessi
d'amore e d'ombra
di dubbio e consueta ironia
e su muti orizzonti
all'imbrunire.