Oltre il Po, Pavia
e oltre la ragione la
follia: si pospone però
il giudizio sul merito in questione.
Nel sole, uno coltiva
seri dubbi su nebbia e rugiada, per giunta. La memoria
estiva non aiuta e nella lotta
tra le stagioni, nessuna stagione la spunta.
Eppure, la stagione che ci sta più a cuore
per la dolcezza finita
che rassomiglia a quella della vita,
è la stagione delle mele
cotogne, del lucore dei sogni
pieni d'estate, di sere
di recente passate. E il nòcciolo
della questione rimane il come, il cosa
generi tutto il trambusto, la linfa
nel fusto, viva, estiva, il gusto del frutto,
e come indovinare
tra gli infiniti possibili,
il reale, o almeno i vari plausibili.
Ma ecco la soluzione: nel quadro più grande
della finitezza del naturale,
dell'accortezza del degrado
nella riproduzione, non è male
considerare la morte un fenomeno
normale. Per cogliere nel segno
io prima sparo,
e poi disegno il cerchio attorno al foro.
Il pregiudizio è pur sempre il vizio che meno deploro.