Sere a ricordare
suoni d’estate
in un autunno così
impertinente
di rimbombi d’acqua…
E cieli irrequieti
ad alternare pallido il sole,
ancor voglioso di calde sensazioni,
all’ansia di nubi ingombranti
che precipitano il tempo grigio
su ogni cosa,
insieme al vento,
in strapazzi feroci
nell’andirivieni di giornate
di terre frananti
l’inatteso dolore…
Penombre anticipate
si risvegliano, in un autunno così,
a meditare malinconia
allungando ombre di rimpianti
allo sguardo
di alberi e cespugli solitari…
anch’essi
di vibrazioni tenere di pigolii
e mormorii vitali.
E il tempo avanza
ugualmente rigido di ore
consumate da una stagione
che doveva svolgersi per assopire
qualunque passato,
rigenerando nei mesi,
come sempre, quei colori
di semplici boccioli di vita
sempre custoditi vergini
per ogni amata primavera.