La pioggia scende lentamente
accarezzandomi il viso
rivolto al cielo
guardo le nuvole che si toccano
in una danza settembrina
quel vento che si alza
pulisce il grigio su di me
gli alberi si spogliano
cambiano l'aspetto
lasciando cadere
le stinte foglie
m'inginocchio su
una di esse
la guardo
ha cinque punte
ancora intere
una mi ricorda la fanciullezza
quando correvo libero da pensieri
l'altra invece mi dice quanto
ho sudato a crescere
quando la mia guida
lasciò questo mondo
vita dura senza meta
il vivere alla giornata
prendermi il mondo sulle spalle
senza chiedermi perché
guardo un'altra punta
la più bella, sorrido nel
ricordo dei miei giorni più
belli dell'amore a mia moglie
al suo dono che è sempre
con me, il mio giovane figlio
che mi regala gioia e felicità
poi il mio sguardo
si rivolge alla quarta punta
la spezzo con gli occhi
non vorrei vederla
come le strade che si
sono separate in vie diverse
un bivio irreparabile
ma fa parte dell'ignoto
che avvolge la nostra strada
la quinta punta...
misteriosa, incerta
avvolta nel mistero più profondo
l'assenza dal tutto
occhi fissi nel vuoto
pensieri confusi che si
intersecano a sensazioni di scoramento;
mi rialzo, mi guardo intorno,
quante foglie, quante storie,
quante vite che si toccano e
poi spariscono lontane
di colpo
con un soffio di vento.