Ho trascorso inverni
accanto al respiro
del tuo incessante esistere
e ho colto limiti senza impedire
all'ineluttabilità
di giacere ancora.
Attraversano risolute,
le tue braccia,
questo inerme corpo.
Lo sospingono in aliti di vita,
lo sorreggono sopra i rimorsi.
Anela all'infinito
questo tuo ritorno
e adombra titubante,
quel suo passo lieve.
Non avverto la tua voce
e non scorgo realtà.
Ma silenziosa e tenace
è la tua presenza.
Onde che si infrangono
contro tersi desideri,
impotenti,
sopra solitarie umanità.
E poi di nuovo
mutano gli animi.