Ciò che noi definiamo arte,
lungi dall’essere definibile,
è sempre una faccenda di parte
in cui ognuno si sente abile.
Ci chiediamo quale opera sia migliore
se quella piena di sé e con valore
o quella il cui ordito
spezza le catene e si propaga nell’infinito.
Un’emozione può nascere sapientemente
quando ci troviamo spiazzati all’improvviso
non guardando la cosa nel suo viso,
ma apprezzandone il suo aspetto più radente.
Non siamo costretti a farne il problema
solito, ipocrita di un inizio e di una fine:
l’arte non ha bandiera, né emblema
e non la si deve tirare per il suo crine.