Non vedo
dall'altra parte della crepa
-nel muro
nella terra
nell'acqua-
Non odo parole
muoversi
da pelle a orecchie
né le intendo
danzare in canti
e non le mastico
cibandomene
Lontana
miliardi di anni
luce
dalla fondina che custodì l'arma
dalla cornice che racchiuse
lo specchio
dalle severe sfere di vetro
che ancora rotolano
la cambusa in tempesta
Paragonarmi
alla cenere
tra il pollice e l'indice carezzata
alla grigia criniera di roditore
all'esperto arrampicare
del salnitro
sulla calce
Ecco...
Finché lama
sarà solo
movimento alitante
desiderata morte
hara veglierà
lo sfioramento delle comete
sapendo che non sarà l'ultima
ad impattare
la verità