Dentro un'allucinazione
o in un sogno premonitore
non ricordo
da dove è uscito
il mio osceno futuro,
visioni di me, anziana
impolverata e impoverita
da lugubre solitudine,
giusta punizione
per chi permette al fuoco dell'ira
di consumare la propria gioventù
tra fiamme di rabbia,
con una risata sarcastica
odio e rancore
lucchetti pesanti metteranno al cuore.
Non leggerò più poesie,
faranno troppo male
il cielo sarà di un azzurro cupo
i giorni di festa saranno un castigo
si allontaneranno tutti
solo gli uccellini sul davanzale
a farmi compagnia,
li sfamerò
con briciole dei miei pasti frugali.
Su una poltrona sgangherata
mi stordirò davanti alla TV
per ignorare la mia esistenza.
Ahimè,
che misera vecchiaia!