Maschere bianche,
in filigrana,
in chiaroscuro,
gettate tra i rifiuti,
splendenti di antica nobiltà,
di voce atona senza parole.
Maschere dall'anima astratta,
dove i sogni muoiono sul nascere,
maschere senza occhi e senza labbra,
dal tormento nascosto,
che filtra e amaramente sconvolge.
Quante bugie! Quanti disinganni!
Nella smorfia malvagia, nell'accenno crudele,
nel seppellire attimi di morte e rinascita,
nel mostrare la lingua e d ammiccare con gli occhi.
Maschere disincantate!
Di seta orientale,
d'innocenza calpestata, stuprata,
nei vicoli oscuri di una memoria vuota,
che inutilmente richiama neuroni d'amore.
Quante nenie! Quante fiabe narrate!
Nella voce roca o suadente,
nelle notti d'inverno,
davanti ad un camino diroccato,
di maschere infuocate di passione,
infrante in una pausa di tempo remoto,
che si perde,
nel nulla si dissolve!