Un palpito veloce nel costato, prima nascosto
dai rumori affannati del respiro,
diede spazio ai profumi di parole ancora mai sentite
e sapori di colori appena accennati.
legate da un filo di seta
languide emozioni diedero il via ad un ballo
disegnado la trama ardente dell'impeto
vestigia e fasto della pena ineluttabile di quell'attimo
pronto ad esaurirsi in ricordi come foto sbiadite al sole.
furono i palmi i primi a voltarsi al cielo
seguiti dallo sguardo impaurito.
subito caddi in ginocchio,
glabro di emozioni,
pallido nel cuore,
e di fronte a me le dita fredde e sottili delle mie mani nude
cercavano inutilmente aria pura da abbracciare.
lo spavento impoverì le stelle dei loro sorrisi
e la notte vestì le mie spalle.
la stretta al petto era decisa e forte da bloccare il fiato
e la rabbia divvenne opportuna,
la scintilla delle imprecazioni
che coprono ogni suono
come schianti di labbra salate.
perchè la distanza tra due sguardi si misura in once di disprezzo.