Il cigolio di una finestra
poco oleata
spalanca l'ingresso a una brezza
impaziente
e il ricordo dell'estate,
esuberante,
si mischia all'odore di fritto e di borghesie imbellettate
e la scia di fumi e profumi
disegna una nuvola nel cielo,
scuro,
che schiarisce avvicinandosi alla città,
in una sorta di arcobaleno
d'inquinamento visivo
e di opacità.
Stampati, su questo sfondo cupo,
i tetti delle case vecchie,
dei balconi armonici e un poco romantici
sfregiati dal restauro;
Attorno, qua e là
qualche impalcatura sporca
di vernice
e qualche macchina da costruzione,
indice
d'un continuo perfezionarsi
e d'un futurismo instancabile...
Sparsi per il paesaggio
luci e lampioni illuminano
le stradicciole
e lontano, tra le architetture
spunta un'enorme scritta
al neon...
Navigli, non mi rassicurate!
con tutta la pace che mi trasmettete,
io so che in fondo,
sotto un tetto, sotto un cielo più buio
un povero muore, un tossico soffre.