I tuoi pensieri:
non li hai coperti abbastanza,
è aperto un tetto sulle storie,
il tempo è trascorso
non cercasti riparo.
Dov'è il conforto delle passioni,
vedo solo luci soffuse
dall'alba al tramonto,
è forse questa la stagione
di chi aspetta e ascolta?
Uomo che siede
sul gradino di una casa della campagna
e aspetta i toni, i colori
del mutamento senza la fretta
sospinto dal desiderio
che la dolcezza regali il perdono.
Quale mano di artista
disegnò la pacata illusione
della pioggia senza vento
dell'acqua tra i vasi
dell'incertezza dell'estate
che si allontana
per poi ritirarsi a guardarla?
L'indugiare sui graspi
un intreccio confuso
di aromi e residui
fu quel macerare
il sereno abbandono,
il viottolo
che si perdeva tra gli alberi.
Ma era già tempo
di lasciare alla pioggia insistente
quel battito,
che risveglia ancora dal trattenersi,
al ritorno nella città,
ai giorni senza stagioni.
E non so se fu istinto represso
la vinaccia, l'umido della terra e di cardo
o solo un guardarsi un po' intorno,
frenai la mia vita e
a quel semaforo giallo
io rimasi fermo, quel giorno, a pensare.