In questo mare di cemento
dove il verde scompare
per lasciare il posto
a nuove costruzioni
viviamo la nostra solitudine
Palazzi sempre più alti
dove come in un alveare
pieno di accessori
che ci facilitano la vita
rubiamo al tempo
che scorre inesorabile
ogni attimo della nostra vita
che riteniamo prezioso.
Viviamo quest'era moderna
nella frenesia di correre
sempre più in fretta
e questa corsa diventa
ossessiva, stressante.
L'ascensore che si apre
per far entrare o uscire chi ha fretta
e solo un buon giorno esce dalle nostre labbra,
poi il nostro sguardo diventa assente,
guardiamo con disagio le pareti
di questa scatola chiusa.
E quando si ferma e la porta si apre
usciamo e un sospiro di sollievo
inonda il nostro cuore
e ci domandiamo:
"Chi era quella signora o
quel signore? A che piano abita?
Oppure se è sposato e chi sono i loro figli?."
Basterebbe guardare negli occhi
queste persone e dirgli:
"Se hai bisogno di una parola
che possa confortare la tua vita
bussa pure senza timore alla mia porta,
io l'aprirò e abbracciandoti
e mi accorgerò di aver ritrovato
quello che mi mancava,
mi mancava l'amore per il prossimo
e riempito il vuoto che ho nel cuore."