A volte vorrei inalarti
come voluta di estasi,
ma non scompare
questa voglia di dare
me a te e viceversa?
Come chi abbassa il capo,
sotto solo le travi,
l'ultimo giorno di sole
è una felicità sulla pelle,
poi la notte eterna
mi guiderà al mistero.
Suddito di nessuno!
lo urlo nelle caverne,
perfino alle ombre
che ormai comprendo,
e alle lanterne
che svelano segni
indecifrabili solo per il resto
di chi nuota nell'acqua.
A volte vorrei sputarti via
come gomma insapore,
crudele
e nella testa punto fermo.
Girare... Girare...
Ma non si ferma quest'orbita,
tutta una corsa alla rinuncia
del già detto?
Gli ostacoli li salto lento,
per guardarti dentro
con una lente
che non conosco.
Sono il gigante dal nome barbarico,
che ti sorprende dalla finestra,
mentre non lotti contro
una morte impoetica.
Sono colui che vede il tempo
prima che il tempo ti assalga,
butta via quella falce di merda, bastarda!
A volte vorrei tracannarti
e inebriarmi da decadente
di te, chiodo vecchio
nella mente.
Battere... Battere sempre più a fondo.
E piacere... dolore...
schiuso alla bellezza.
Solo la voce resta...
Solo la voce...