Stellata, furiosa, rombante
nella fresca sera dormiente
fra l'abbaiar ed il silente
mi ritrovo ivi pensante.
Io da uomo sono tediato
dall'impugnar così tal nulla
sogno il richiamo di culla
ed ammalato e rinfrancato
steso sul giaciglio iracondo
mi par d'aver in pugno il fondo
sono un cavaliere imbranato
vago ed immagino il diverso
con lui combatto ma non lo temo
verso il nulla, son Caronte, remo
ma nell'oblio io sono immerso.
Scuro, urlante oblio, amor mio
sono cavalier privo d'arme
lotto solo dicendo sarme
in nulla credo, non ho Dio
richiedo silente un gladio
da poter esser proclamato
paladino sempre tediato
da essere degno dell'armadio.
Io, paladino disarmato
da voi tutti son reputato
fasullo, briccone, imbranato
non sono unico d'armi privato.
Oh voi ca tanto vi celate
vi scolpisco tali parole
che vi illumino da sole
furbi ed astuti rimirate...
Tali nel cor siete poveri
vi vedo sol come roveri
ridete sorrisi voi tutti
così n'apprezzerete i frutti
Oh cavalieri disarmati.