Prendo il tè
volentieri
in tua compagnia,
mentre dal dondolo
ti lasci cullare,
davanti al cammino.
Amo osservare
il tuo viso scarnito,
le rughe
che narrano il tuo vissuto,
i tuoi occhi,
smeraldi accesi,
i tuoi capelli canuti
raccolti in ciuffo.
Un tempo eri bella,
l'età avanzata
non viola la bellezza.
Adoro ascoltare
la tua saggezza,
i consigli
che mi aiutano,
sei un'altra madre
per me.
Tenerezza
infinita,
il cuore mio prova,
quando, come una bimba,
mi preghi
di porgerti
la scatola rosa,
sopra il comò riposta.
Da essa prendi
lettere ingiallite,
legate con nastro azzurro
e nel tuo cuore, un sussurro,
mentre leggi di lui,
del tuo amore,
perduto nel giorno
che sfiorivano rose.
Guizzano i tuoi occhi,
come le fiamme del cammino,
reclinando il capo, stanca,
poi, ti addormenti,
lasciando scivolare,
come farfalle gialle,
le lettere antiche.
Ed io piano,
senza far rumore
le raccolgo,
non oso svegliare
la ragazza
che sogna l'amore.