Dal pendio del pensiero
rotola la botte del mio cuore.
Intatta arriva
in nostro antico spazio di pace.
Risento sapore di mentastro
mentre lassù l'Etna ride
in suo linguaggio eterno.
Avida ricerco
il frizzante vino
di tuo sorriso amico.
Ma stordita mi fermo.
La botte del tuo cuore,
perforata
da tarlo d'insignificanza,
lacerata
dal banale quotidiano,
traballa, si svuota,
cade
non più sostenuta
dai tuoi cardini di gioia.
Cauta mi accosto
al tuo spinoso
recinto dei perché
e, con ferite mani
ne sciolgo i nodi.
Ora esausta guardo
l'azzurro sopra di noi
e con ardito cuore
da sola volo in alto,
Verso l'infinito.
Afferrati, o amico,
al mio filo di preghiera
e risali ancora.