Amava osservare gli aerei la Gina.
Spesso alla figlia chiedeva curiosa:
Come poteva un aereo così grande e pesante,
restare sospeso nell'aria.
La figlia con dolcezza e pazienza,
cingendole con mano l'esile vita,
alla sovente domanda, così rispondeva:
" Chissà! Forse son le mani degli angeli
a non farli cadere."
La Gina, lisciandosi i bianchi capelli,
con la testa assentiva, e poi sorrideva.
La sera al calare del sole, quando la volta celeste
si tinge di caldi colori, e nell'aria si effondono
freschi profumi, e dei fiori e dell'erbe dei prati,
ed il pensare annulla tutti i rumori, la Gina amava
sostare in balcone ed il cielo osservare.
Non saprei quanto tempo fosse lunga l'attesa,
però d'improvviso con gioia gridava:
" Eccolo... eccolo arriva, è lassù vicino a quella nuvola rosa,
si abbassa, siavvicina, odi il romabar dei motori? si abbassa,
si avvicina, odi il rombar dei motori?"
L'aereo lento scendeva, lucente, solenne... ma nella povera mente
Ora la pista è vicina, la Gina vedeva il pilota,
lui le sorrideva, la salutava agitando la mano.
" Dio quanto è bello nella sua azzurra divisa!" pensava la Gina.
Mamma rientriamo... l'aero è atterrato!
Son trascorsi molti anni, da quella tragica ora.
Da allora, la Gina aspetta il figlio pilota tornare.
Da allora, la Gina attende che compaia nel cielo
il volo CA37, schiantatosi a pochi metri da terra,
un giorno lontano, al calar della sera.