Grido improvviso dell’alba.
Tempeste magnetiche nel mio cervello stranito
Bevo.
Così posso scrivere.
Il poeta ha bisogno di vivere e sudare e correre e urlare
e il corpo libero nell’oscurità incatenata.
Vedo il serpente, lo pesto, mi ghigna.
dal basso e io piango ancora.
Il whiskey è una strana sinfonia.
Petali caduti e
farfalle morte essiccate dal sole rovente del giorno.
Il deserto.
Trema il sorriso sul volto di cera.
Chiedo il motivo è un fuoco che scalda le mani.
Pelle scabrosa sudata nell’aria bollente.
Il serpente mi ghigna lo schiaccio e lui ride e sorride.
Non muore.
Cade.
Rumore di vetro e urla meccaniche.