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Il mondo che ci appartiene
A volte
mi guardo intorno
e mi accorgo
che questo mondo
non mi appartiene.
Così carico di malvagità
ipocrisia,
odio,
avidità.
Un mondo di violenza,
di prevaricazione:
chi si uccide per amore
e chi invece
quell'amore lo uccide
ancor prima di darlo alla luce.
Un mondo ridicolo,
assurdo
colmo di paradossi
dove troppo spesso convivono
il ricco e il povero,
il debole e l'oppressore,
il buono e il cattivo.
Un mondo pieno di pregiudizi,
falsità.
Questo fascio di luce che ci abbaglia
è soltanto il pallido riflesso
di un sole stanco
e malato.
Un mondo così dissimile
da quel meraviglioso,
quieto
e confortevole microcosmo
dove appena nati
veniamo proiettati:
ora non possiamo permetterci
di camminare a piedi nudi
e lamentarci
se ci facciamo male.
Chiudo gli occhi.
Rifletto su ciò che ho scritto,
su ciò che penso.
Mi rendo conto
che non tutto è perduto:
c'è ancora chi è disposto
a sacrificarsi per noi.
Qualcuno che ci apprezza,
che non ci giudica,
qualcuno che ci vuol bene
per la nostra naturale essenza.
Finché avremo vicino a noi
le persone più care,
certo è difficile dimenticare chi non è più tra noi,
ma finché ci saranno loro
al nostro fianco,
maggiormente avremo quella consapevolezza
che la speranza è dura da battere
e che la vita
è davvero bella.
Il sorriso ingenuo
di quel bambino
ha tanto da insegnarci.
E l'amore,
il vero amore
e l'amicizia,
la vera amicizia,
sono sentimenti eterni:
immortali come l'anima.
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