Pensava assiduamente a ciò che successe.
Le lacrime scendevano sul volto,
trafitto dal esistenza.
Piano, i pensieri infliggevano
ogni secondo appena trascorso,
ed era solo,
leggermente fiero per la condizione.
Per il resto, nulla aveva più significato.
Le notti e i giorni
erano una tirata ai dadi,
e puzzavano di morte.
Morte scritta sulle pagine
della vita, sulle lettere
della perduta serenità.
Le nuvole scorrevano come brividi
nei temporali e i lampi infiammavano
la schiena, a colpi secchi.
Fuori, le auto,
le sigarette, le ragazzine,
i barboni, i cani, le mollette,
i bicchieri, le scarpe, i musicisti
facevano quello che dovevano fare.
Gli spilli come grida entravano nella
carne dell'anima, per colpirla in continuazione
a piccoli colpi...