Pioggia di miracoli impiccati
alla corte di re ubriachi
che cercano vergini spose da sacrificare
poi per un regno in eterna guerra
Sale il mare e ingoia la fame,
speme che canta senza ingordigia alcuna
cercando onde da acclamare
e da distruggere contro scogli
e derive di scheletri naufraghi
Amanti di navi che solcano gli oceani
di universi senza pianeti
Amanti di quelle divinità
che nuotano nel lembo di uno straccio
che accoglie fra i suoi tessuti di braccia
il silenzio dei viaggiatori
Voglio ora stoppare
questa processione di anime
che come fantasmi
sussurrano incubi
alle orecchie di chi ancora cammina
seguendo la via di un sogno
Mi metteranno a rogo?
Come fattucchiera che non ha più usato
vender bugie di filtri
elisir che donano il veleno dell'ebbrezza...
E così nel fuoco
l'ultima parola sarà persa
come ultima nota di una melodia
che riusciva a toccare le piume degli arcobaleni