Settembre rimette in ordine ogni cosa:
il vestito della solita che si sposa a giugno
il mugugno dell'emigrato sullo Stretto.
Prelude sopore ai gechi sui muretti,
Anneriti dalla caligine dei tanti barbecue.
Scende in silenzio, soffia sulle fiaccole
di amori e Frutti e profilattici umilianti:
Settembre li raccatta mentre gusta
una frazione iniqua d'anime fuggevoli.
Di più, bagnate mani dalle onde,
divine se a coppe, eremo dei nostri umori,
maschere di follia che settembre stacca.
Perché non saprai mai quanto è predatore:
mercante di fumo e apostata di ghiaccio.
guardo le mie mani che il suo aratro solca
e i miei meati e le mie bambine,
randagie stelle, conforto senza fine,
fuggite vie da un firmamento d'ombre,
in un settembre che ordina ogni cosa.