Voltarsi e non trovare nessuno,
quasi come chi dice di volerti bene stia giocando a nascondino,
e tu di cercar ormai ti sei stancato,
e guardi avanti con gli occhi bagnati delle lacrime di chi con questo mondo ha litigato,
come se ogni reato commesso,
andasse pagato proprio adesso,
e l'indulto lo cerchi nell'arte della scrittura,
in quei due minuti e mezzo d'ispirazione che cancellano la paura,
e che in attimi, subito dopo lontani, di folle speranza,
ti lasciano in balia di ciò che suona e non vuole musica, di questa malinconica danza,
che trova il nome di poesia solo negli occhi di chi legge e può capire,
e non in quelli tristi di colui che scrive e forse vuol addirittura morire,
ma alla fine cade nella tentazione di lottare,
lottare per un illusione, con la sola forza di sperare,
e credere solo nella magia,
dando alla felicità il nome di Utopia,
e se utopistico è essere felici, allora è utopistico anche vivere,
tra mille sensazioni e cento colori,
in un miscuglio di emozioni e pensieri sognatori,
vi lascio per un istante, andando in paradiso, attraversando l'arcobaleno creato dal magico scrivere.