Amico mio il tempo ci imbianca,
sottili fili argentati compaiono,
una tela di ragno spruzzata di brina.
Le certezze svaniscono, come sogni ragazzini
fatti d'avventura e risate leggere,
dove i malvagi, sconfitti, cadevano.
Solo favole a lieto fine.
Cosa ci è accaduto?
Abbiamo sostato nella stazione della vita,
spesso sbagliando treni e, altre volte,
illudendoci d'esser in anticipo,
in modo sciocco li abbiamo persi.
E abbiamo sottovalutato carezze,
chiusi nell'amarezza di ricordi vuoti,
scansando mani, calpestando cuori.
Amico mio, cosa ci ha portato questo viaggio?
Non c'è rimborso per la corsa persa,
né un biglietto per ripercorrerla a ritroso.
La vita non si riavvolge come un nastro,
è come una stella filante,
ormai fiacca dal nostro soffiare,
pochi centimetri e cadrà a terra,
tra migliaia di piedi che la eviteranno.
Vedi, amico mio, tutto il nostro parlare,
tutto il nostro vivere, affannarci, crescere...
Solo il nostro volto si è modificato, qualche ruga in più,
l'amara piega del sopravvivere al quotidiano.
Amico mio...
Il mondo no, non lo abbiamo cambiato,
appena forse noi stessi,
all'inizio del nostro vivere,
quando ci si fermava esausti,
a cercar l'anima senza nemmeno riconoscerla.