Corro con impeto,
spine di rovi lacerano i miei piedi,
verso il mare
che con metamorfosi d'amore
chiama il mio nome,
in un movimento di dolore
dove nemmeno l'Angelo
potrà salvarmi.
Corro tra spighe di grano
insanguinate,
in un tempo senza ritorno
dove il Guardiano dei Campi,
nel silenzio mi ruba
gli ultimi diamanti di pioggia
e lo spaventapasseri con voce atona
annuncia l'arrivo della grandine
che danneggerà il raccolto.
Ora cado!
Riverso tra la polvere,
la schiena spezzata,
lo sguardo rivolto al cielo plumbeo
che mi rifiuta.
Ora cado,
che peccato Ruben
non poter più rialzarsi!