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Inverno

Miriadi di barbari esseri
Gremivano le vie
Nei desolati giorni d'inverno.
Io me ne stavo a respirare
La mia disgrazia ventura
Cullando i miei notturni pensieri
Su tristi suoni di pianto
Che echeggiavano da non so qual dolce strumento
Toccato da delicate e pietose mani.

 

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3 commenti:

  • Alfredo Caputo il 11/01/2010 04:24
    Più ci si "perde", come dici tu, nei peccati carnali, più si è portati ad essere sognatori, a mio parere. Del resto siamo esseri umani, siamo fatti di materia e spirito, e non solo di quest'ultimo. A volte è proprio la materia a farci percepire ancora più profondamente e fortemente il contrasto insito nella nostra stessa natura, scissa fra la tensione verso il basso e quella verso l'alto. Ed è proprio grazie ad essa (la materia) che troviamo e sentiamo la nostra tensione verso l'alto (il sogno, l'eterno, l'infinito) ancora più marcata e spiccata. Un abbraccio, cara.
  • Jurjevic Marina il 11/01/2010 01:07
    Che belle riflessioni.. il dolce strumento.. chissà.. forse mi piace tanto perché amo l'inverno, mi fa sognare e viaggiare nei pensieri. La sognatrice eterna. Eppure mi perdo nei peccati carnali.. Ti bacio
  • loretta margherita citarei il 05/01/2010 15:40
    scritta veramente bene

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