Mi sento
come se avessi ai piedi,
un paio di scarpe strette.
Non mi contengo più
nella gemma solitaria
sul ramo scheletrico.
Odio indossare
gli occhiali di talpa,
starmene tappata in casa
scavando gallerie,
assenza di luce,
notte che presto s'adagia
e l'anima s'adombra.
Maledico Proserpina
che ancor con Ade giace,
lasciando Cerere
piangere il gelo del cuore.
Riesco ad amarti, inverno,
solo nelle notti stellate,
quando il sogno levita
e la fantasia cavalca puledri
lunari.
Soffro e smanio
nel bozzolo,
sono farfalla,
primavera ho nel cuore.