Il sole che insegue,
un filo rossastro di lana
siamo noi al cielo
come una nuova ascesa,
magri burattini di vento.
Estate di lune, secca di mare e terra
umori e sostrato di parole
ci legano immemori
e fasciano stretti
bambini dai giochi silenziosi.
L'antenna e il faro,
confini sensibili del tuo mondo,
segnano ore celeri
per chi non ha minuti
ma un borsello di rame vuoto.
Ti sfuggono luce e buio
(cornice di lacrime)
appendono nuovi lumi,
piccole faville sepolcrali,
tra il nero dell'oppio
e il rumore sottile del tempo.
(Liquami di noi, doni alla Dea
metafore tristi del nostro orgoglio,
piega la mano
il calice rovescia l'inutile lacrimare)