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Weltanschauung invecchiata un annetto
Tutte le visioni grandiose in cenere.
Ho un altro insetto da combattere.
Tutto di nuovo.
Tutto di nuovo.
Aspettatemi sull'altro lato dell'impalcatura
sulla parte sicura del baratro.
Eventualmente, io sarò lì,
sporco di nuovo sangue,
con altre follie negli occhi.
No, non un poeta migliore,
ormai ho perso la speranza.
Ma la mappa delle mie cicatrici
sarà ancora più interessante,
più dettagliata,
più significativa.
Aspettatemi all'uscita degli Inferi
aspettatemi dove il vento (non) riposa
aspettatemi agli ultimi raggi del sole.
Giungerò cavalcando una serpe di lava e veleno
giungerò strisciando carponi sulla mia carne lacera
giungerò ridendo come fanno i folli
giungerò - forse - con una manciata di budella in più
e qualche arto in meno.
Aspettatemi, e preparatevi a scrivere.
Ho una cosa da fare là sotto.
Aspettatemi all'entrata.
Mi servirà certo più droga, mi servirà l'alcool, dovrò gridare e piangere come una medusa, dovrò esudare umori come una medusa che muore, dovrò sfregiare il mio braccio sinistro, e ingoiare vetro, e rigettare schegge e sangue, e maledire innumerevoli volte il nome di tutti.
Dovrò baciare gli incubi più velenosi, iniettarmi le tossine più agghiaccianti, trasformare il mio corpo in una macchina radioattiva, infilarmi sottili sottili spilli nel cervello per stuzzicare le sacche di demoni che mi si sono incistate nelle cortecce presso l'amigdala.
Pregherò muti grattacieli e le brontolanti Ziqqurat del potere, mi farò trascinare per i viscidi corridoi puzzolenti di sangue e orina dei laboratori più nascosti, quelli di cui ci vergogniamo, scorgerò nuovi mandala sulle piastrelle candide impiastricciate di sangue e merda mentre mi torturano per sondare il mio midollo osseo.
Solleverò i prati di plastica dai depositi di detriti velenosi, ne saggerò l'anima ipocrita e spaurita, l'anima ipocrita e spaurita di una criminalità borghese, dei più grandi orrori perpetrati in nome di un senso di sicurezza che non sarà mai di nessuno, ma il sangue, oh il sangue e gli incubi che ci è costata l'illusione di poterlo almeno intravedere.
Mi inseriranno schegge di circuito nella testa, mi infileranno cavi nel torace. Mi diranno ciò che non voglio sentirmi dire.
Il terreno minaccerà continuamente di aprirsi sotto i miei piedi, il cielo di cascarmi sulla testa, l'acqua mi suggerirà sempre che può benissimo essere avvelenata, le cavità del mio corpo si prenderanno diletto nel sussurrare continuamente "tumore tumore tumore".
Non più ghiaccio ma metallo freddo e scivoloso sotto la schiena, metallo di un lettino chirurgico, metallo del più perverso degli altari sacrificali.
Sulla superficie della mia cornea si specchieranno le assurdità innumerevoli del Mare delle Moltitudini, le linee che uniscono i muri in ogni stanza obbediranno a strani capricci di una prospettiva disintegrata, il mondo intero là fuori rantolerà nel suo respirare profondo parole di malasorte, maledizioni inestinguibili, tutti i Poteri del mondo mi mostreranno il loro stesso cuore oscuro strappato dai loro stessi artigli crudeli, e mi guarderanno con occhi gialli e affilati profondi e feroci ma senza anima alcuna - assassini nella ferocia, macchine nella spietatezza, umani nella inestricabile complessità.
Pronto o no ad essere scuoiato da questi demoni, pronto o no a farmi versare la polvere di quarzo negli occhi, pronto o no a farmi stuprare le carni dall'acciaio, questo è l'incubo, una varietà a diciotto dimensioni, che mi aspetta.
Un riflusso di materiale gastrico mi porta il cuore in gola, l'orrore mi accartoccia la pelle come acido, ricominciano le guerre batteriologiche, ricominciano gli esperimenti, ricomincia l'assurda nenia, la piatta teoria di bisturi, il basso mondo dell'acciaio chirurgico, il mondo gutturale degli scarichi infetti, gli echi rugginosi di una disfatta inamovibile, le miriadi di punture delle zampe di chip difettosi o malevoli, i corridoi infiniti in penombra decorati dai tubi, le stanze numerate ma indicibili alla fine della corsa, il freddo, la nudità, e l'acciaio scellerato, e l'indicibile, e l'indicibile.
L'entrata - l'uscita - ormai troppo lontana, ormai non esiste più, scordare ogni luce diversa dalle convulsioni elettriche dei neon, scordare ogni cosa vivente che non sia umiliata da una macchina, scordare ogni compassione che non possa figurare all'interno di un bilancio. Un inferno di carta e di acciaio e di controllo e di dolore e di minacce irripetibili e di angoli sperduti nell'infinito di sotterranei periodici in cui accovacciarsi mezzi nudi e sanguinanti e coperti con un sottile camice di plastica verde contro il freddo immisericordioso e titillare il proprio povero corpo di carne morente avanti e indietro come le più miserabili delle creature, aspettando di essere avvelenati da segreti ancora più scellerati.
In queste terre io vado, vado a compiere un dovere, a percorrere una strada obbligata, a recuperare... a riprendermi... a...
Addio.
Vedete voi, l'orrore di questi luoghi, nonostante le mie parole, sciatte ed inefficaci?
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0 recensioni:
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- Ho cliccato "un'opera a caso" e ho incontrato la tua Weltanschauung.
Già uno che ti spara questa parola (a me cara) nel titolo e in più la sdrammatizza
con "invecchiata di un annetto" non può che catturare la mia attenzione e far vibrare le mie corde. Poi ho letto e... sono rimasta senza fiato!
Ma chi sei Ermete? Davvero uno schizo-paranoide ossessivo-compulsivo? Può darsi,
ma con un retroterra culturale ricchissimo, un linguaggio abile e travolgente e anche un pizzico d'ironia. Per non parlare del cuore, che grida la sua paura e che commuove...
Mi hai trascinato nel tuo inferno come un Edgar Allan del duemila. Lui diceva "Non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma d'intelligenza" e anche "Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te". Tutto questo per dirti che sono assolutamente entusiasta della tua scrittura e felice di averti scoperto.
- Grazie molte. Non penso di esser un buon poeta, ma un buon speleologo. I campioni che riporto alla luce sono rari e vengono da budelli mortali ed inaccessibili - sono utili per via della loro peculiarità. Sono contento di poter essere stato di qualche aiuto. Buonanotte!
Anonimo il 09/01/2010 08:30
che vuoi che ti dica... io ti trovo una gran persona... questa tua poesia me la tengo e la do a mia figlia che ha una particolare predisposizione e sensibilità al problema lavorando in un centro nel quale lei aiuta con il dialogo persone con problemi... diciamo esistenziali? A questo punto ho capito tutto ed il mio voto, per quel che vale, è 5 stelle. Ciao
- Sono torturato costantemente dai miei ricordi e dalle mie paure... gente un po' più pragmatica direbbe: "sindrome compulsivo-ossessiva in soggetto schizo-paranoide"... La realtà del mondo, purtroppo, è tormentosa. Il testo l'ho scritto un anno fa, ora sono più tranquillo ma solo perché più distaccato... da me stesso e dalla mia concezione di mondo.
Anonimo il 09/01/2010 08:05
comincio con una domanda...è la tua visione del mondo che è invecchiata un annetto? sei stato torturato? ciao
Anonimo il 09/01/2010 07:57
P. S. ci troverai anche nella mia poesia una parte della" mia visione del mondo"
Anonimo il 09/01/2010 07:55
mica uno scherzo quello che hai scritto... prima di darti un voto voglio studiarla bene... vai a leggerti la mia Faber est suae quisque fortunae... poi ci vediamo. Io intanto studio, non voglio dare voti a caso. Ciao
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