Morgana
deraglia l'acqua
acconciando campagne
per la festa
finale
Se non avessi stillato nei miei occhi
il succo della mandragora ancora viva
Damocle avrebbe trafitto
con la pendenza allo zenit
e addolcito il rumore della ruggine
che stride ancora nel mio costato
Nella definitiva scomparsa
del pianeta offerto
il crimine devoto
continua a perpetrarsi
e le coppe a riempirsi
e gli spazi
ad allargarsi
Dapprima l'incredulità
delle unghie sul legno
poi il rumore assordante del silenzio del verme
poi la nebbia cristallina del ghiaccio sulle ossa
poi l'alba
e Morgana
al fiume...