Alle narici giunse come uno schiaffo in pieno viso
un sentore a metà tra i narcisi e le stanze abbandonate da troppo tempo
qualcosa che aveva a che fae con i fiori recisi, e le mele cadute alle radici degli alberi per il troppo vento
quel profumo che accompagna la morte, quasi a farsi disperatamente amare.
Il capogiro che incornicia tutti i sogni di una vita, appesi a mille fili a dondolare tra le speranze taciute e i rimpianti soffocati.
Era la malinconia dell'estate, e il sole a morire sempre più puntuale, e i giochi da bambini, e gli occhi vibranti di pianto per le nostre piccole sciocchezze.
Annegare nei mari dimenticati dal sole, solamente questo amo.
La luna, le stelle, le distese più chiare,
non hanno mai sposato i canti dei poeti come l'oscillare lento e musicale delle note dolorose del cuore.
Amare, morire, fedelmente asserviti a quel mucchio di polveri facilmente infiammabili.
Tento d'ammansire quel piccolo cucciolo arrabbiato che deciderà le mie sorti.