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Menù fisso

La tavola da tanto, da sempre è pronta
Al Padron che a sedersi sia tu, io, loro, poco; niente importa.

Alcune cose le offre son lì, pronte da prendere,
altre no, le vuole, le deve, per forza vendere.

All'inizio ti trovi seduto, ignori il perché,
ma così è;
non hai neanche fame sei solo curioso,
confuso,
dall'odor che sé diffuso.

C'è chi s'abbuffa e non è mai sazio,
chi sol annusare è uno strazio;

c'è anche chi per davvero d'un boccon s'accontenta
perché pensare che menta

Alcuni non han neanche le posate,
eppur è strano, a tutti vengon date

In quel caso usan cose di fortuna,
ma sarà dura
... ha peccato la natura;

allor gustan sol certi piatti
mentre altri stanno intatti.

Ma non conta;

alla fin quel che preme,
è del pasto il condimento,
non esiste altro commento.

 

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 03/07/2012 01:52
    Una metafora forte su un tema delicato. Scritta con la sensibilità e la capacità narrativa che ti è propria. Piaciuta parecchio.

10 commenti:

  • Dolce Sorriso il 15/12/2010 22:55
    Simi caro bella e profonda... peccato non averla letta prima.
    Bravooooooo
  • Anonimo il 15/12/2010 17:29
    Questa mi mancava, anche un anno fa stupivi i lettori... e bravo Simone, un pranzo ben servito.
  • Anonimo il 19/01/2010 21:30
    Ben scritta, piacevole
  • angela ambrosini il 19/01/2010 16:41
    mi piace molto
  • Vincenzo Capitanucci il 19/01/2010 16:02
    La tavola da sempre è pronta... alcuni si siedono... altri no...
    alcuni non hanno le posate... qualcuno per ingordigia le ha rubate... ha peccato di insana Natura...
    per fortuna... quel che conta è la libera essenza... da assaporare alla carta.. o a menù fisso..
    Grandiosa Simone... apre molte letture... in ermeneutica scientifica dello spirito...
  • loretta margherita citarei il 19/01/2010 15:31
    la trovo meravigliosamente bella, bravissimo
  • Anonimo il 19/01/2010 15:28
    Ecco l 'esempio di come si parla di una dura realtà senza sferrare velenosi bicchieri di malinconia. È veramente bella. Un po' velata, come per me, deve essere una poesia. Un attimo piacevole a me e cinque stelline a te.
  • Simone Scienza il 19/01/2010 15:19
    ... per quanto riguarda il camerriere lo lascio a te, nel mio caso controllerei la carne della moglie... se è il caso magari ci scappa anche la scarpetta graziee
  • karen tognini il 19/01/2010 15:12
    Io. prima... annuso... poi studio il menù...
    e poi da buona forchetta.. che sono!!!.. mi
    mangio... se è "buono"... pure il cameriere!!!!! AhAhAh
  • Anonimo il 19/01/2010 15:09
    Molto significativa, pone al lettore un interrogativo sulla vita e sulla diversità della stessa, in maniera semplice e quasi scherzosa, ma intensa.

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