Non oso alzare lo sguardo, no…
Adagio il mio capo sul freddo guanciale:
duro piombo stanotte.
Il mio sguardo è fisso.
Non oso chiudere gli occhi, no…
L’angoscia, implacabile come un soldato dell’Est,
invade il mio cuore.
Non sono nulla, non mi sento nulla, non voglio nulla.
Astraggo il mio essere fuori dal suo habitat
E vedo chi veramente sono.
Piango, ora.
Mi sento una bottiglia vuota gettata in un bidone,
un lurido cartoccio che fatica a rotolare,
uno scempio chiuso in cantina.
Mi sento immondo.
Torna da me e perdona il mio peccato.
Ho chiuso la porta, troppe volte.
Ho creduto di essere grande, troppe volte.
Ho tradito, troppe volte.
Ed il mio caldo bacio si è fermato sulla tua
Guancia, umida per le lacrime.
Umile, mi stai guardando.
Umile, sì, mi amavi nel momento cupo.
Umile, sì, mi sostenevi mentre ti sputavo.
Ora io non sono degno di guardare il tuo volto,
la mia mente non è degna di pensarti.
La mia anima giace ferita in terra ed un grosso
Temporale la investe.
Non oso alzare lo sguardo, no…
Ma ti chiamo, aiutami.