Come mille anni di donna,
la casa protegge virtù di marmo
e il volto si fa ruga,
cela nel secco il rumore
del tempo che passa.
(il gallo ha spine di rosa)
Macchine lente, passaggi di fuga
il bianco della polvere era asfalto
per timidi motori dinamici.
Ora il nero scontorna il cielo
e ghiaia frammenta i dialoghi.
Ricordi, il sogno era verde e
tramontava libera fiera nel buio,
fondava città di cobalto
e segnava con mano e parola
la caduta dei nostri pensieri.
(ferisce il vuoto più di spada)
Ruota la ventola dei nostri cuori,
il vento forte la strappa, ne fa briciole
e tu mi guardi, infelice
testimone di un passaggio, chiedi
il motivo di un volto che giace immemore.